Friday, March 27, 2020

Post #04 I miti

La sega era uno strumento antichissimo, i cui primi resti risalgono alle prime dinastie della civiltà egizia, tra il XXXI secolo a.c. e il XXVII secolo a.c. . I greci, tuttavia ritengono che questo strumento abbia addirittura origini mitiche: infatti si pensa che a inventarla sia stato calo (in latino Perdice), nipote del celebre Dedalo, inventore del labirinto che a creta teneva imprigionato il minotauro. Figlio di uno dei figli maschi di Dedalo, chiamato anch'esso Perdice, esso rivelò fin da giovane un'innato ingegno e abilità nella progettazone, tanto che ancora ragazzo il nonno lo prese come apprendista per aiutarlo. Nel corso del tempo, però, Perdice divenne troppo bravo per i gusti del nonno, soprattutto nel campo della creazione di strumenti: inventò moltissimi utensili, tra cui il compasso e la sega. Tutta questa abilità infastidì il nonno, che in un attimo di gelosia scagliò il giovane dall'acropoli di Atene, uccidendolo. Secondo altre versioni del mito, riportate poi dal celebre poeta latino Ovidio nelle sue Metamorfosi, il giovane fu salvato dalla stessa Atena, protettrice della città greca, lo salvò trasformandolo in una pernice e originando questa specie.

L'invenzione della sega tuttavia avvenne in vari punti del pianeta contemporaneamente, e un'altra civiltà che diede un'origine mitica alla sega fu la civiltà cinese, che attribuì la creazione della sega a Lu Ban, l'ingegnere e carpentiere di corte della storica (e sotto determinati punti di vista anche mitica) dinastia Zhou. A lui sono attribuite molte invenzioni, soprattutto militari, oltre che della sega. La leggenda narra che si stesse arrampicando su un albero per raccogliere la legna dei rami più alti quando si fece un taglio con una foglia, che aveva una trama seghettata. Realizzò quindi che avrebbe potuto usare proprio quella trama per creare uno strumento per tagliare il legno, e quindi inventò la prima sega. Nella mitologia greca un personaggio che fu segato fu Pelia, re della Tessaglia che fu segato vivo dalle figlie e messo in un calderone, convinto da Medeo che questo lo avrebbe ringiovanito.

La sega nella storia è sempre stata usata, oltre al normale utilizzo per lavorare il legno, anche come strumento di tortura, e l'espressione "segato vivo" è spesso stata usata per discriminare civiltà o elevare a eroi personaggi storici. Uno degli esempi più chiari, dove storia, leggenda e religione si fondono, è nella storia dei martiri di Otranto, avvenuta durante la omonima guerra d'Otranto tra una coalizione di paesi cattolici e l'impero Ottomano.  Durante la conquista della città di Otranto, il pascià del sultano Maometto II obbligò i cittadini della città di Otranto a convertirsi alla religione islamica, ma quelli si rifiutarono, incorrendo nella morte e in particolare l'arcivescovo di Otranto fu segato vivo dalle sciabole ottomane e i pezzi gettati in mare. La leggenda però probabilmente è falsa, vista la tolleranza verso la fede cristiana che l'impero Ottomano e l'assenza di precedenti storici confermati di conversione forzata, rendendo quindi questa storia una leggenda creata dalle nazioni cattoliche per screditare l'impero di fede musulmana. Un altro uomo mitizzato dalla storia contro l'impero Ottomano fu Paolo Erizzo, politico e generale veneziano che trovò la morte nella battaglia di Negroponte, nel 1470. La leggenda, anch'essa che trova pochi riscontri storici, dice che nonostante le richieste di risparmiare il generale da parte del governo veneziano, esso fu messo su due pali di legno e segato vivo davanti a sua figlia. 

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